La costituzione è un documento che determina il programma, le strutture e il carattere delle attività delle comunità raggruppate in "Betel". Serve a favorire l'apposito funzionamento del movimento. Viene affidata alle singole persone e gruppi con lo scopo di capire meglio l'essenza e di favorire la responsabilità nell'impegno.
I Obiettivi
1. La crescita e lo sviluppo interni attraverso la comunione della debolezza.
2. L'arricchimento reciproco attraverso la scoperta dei propri limiti e debolezze.
3. La creazione di legami profondi tra le persone sane e minorate a causa di un handicap vitale.
4. La creazione di legami profondi tra le persone deboli, le loro famiglie e gli amici.
5. L'accompagnamento responsabile della persona debole e povera. 1
6. La creazione delle condizioni di vita dove le persone portatori di handicap possano vivere e funzionare al giusto livello, nonostante i propri limiti.
7. La costruzione cosciente e responsabile della civilizzazione dell'amore.
8. La creazione concreta del mondo di valori perenni.
II Metodi operativi
1. Vivere nella comunione con la persona debole e povera.
2. Adorare la persona debole e povera.
3. Stimolare e animare gruppi, organizzazioni e comunità che raggruppano delle persone bisognose, le loro famiglie e gli amici.
4. Creare le comunità della vita p.e. delle case per le persone handicappate, per le famiglie adottive.
5. Coordinare le attività di tutte le comunità.
6. Creare e stringere legami tra i singoli gruppi, organizzazioni e comunità.
7. Promuovere la spiritualità "Betel".
8. Promuovere la presenza delle comunità "Betel" nella vita delle comunità locali.
9. Offrire l'assistenza ambientale.
10. Cooperare con altre organizzazioni sociali.
11. Svolgere l'attività economica.
12. Promuovere le iniziative integrative e caritative.
III Membri e Amici
1. Membri del "Betel" sono:
a) tutte le persone domiciliate nelle comunità della vita,
b) tutte le persone che lavorano nei singoli gruppi, nelle organizzazioni e nelle comunità,
c) tutti i partecipanti dei singoli gruppi, appartenenti alla comunità da più di tre mesi.
2. Amici del "Betel" sono:
a) persone che sostengono l'attività delle comunità,
b) ex-membri delle comunità,
c) vicini delle comunità permanenti,
d) famiglie responsabili delle comunità.
3. Il gruppo di partecipanti "Betel" è creato da:
a) persone minorate mentalmente,
b) persone handicappate fisicamente,
c) persone malate mentalmente,
d) persone anziane,
e) persone con malattie a lungo decorso,
f) minori di ambienti poveri,
g) minori provenienti dalla campagna,
h) persone aventi bisogni di aiuto,
i) famiglie,
j) amici (volontari),
- tutti quelli che desiderano scoprire sé stessi attraverso la comunione della debolezza.
IV Responsabili
1. Il gruppo dei Responsabili comprende le persone addette alla coordinazione delle attività nei singoli gruppi, organizzazioni, comunità.
2. Ogni responsabilità è intrapresa nello spirito di servizio e della cooperazione. Essa prende in considerazione il bene delle persone deboli e povere quali sono nel cuore di tutte le comunità.
3. I responsabili dovrebbero essere caratterizzati da:
- la schiettezza,
- la fiducia,
- la preoccupazione paterna.
4. Il servizio del Responsabile dovrebbe assicurare alla comunità l'unità e la pace.
5. Il responsabile rappresenta "Betel" nei confronti dell'amministrazione governativa, delle autorità d'autogestione e della chiesa.
6. Tutti i responsabili sorvegliano la correttezza del funzionamento e dello sviluppo dei singoli gruppi, delle organizzazioni e delle comunità.
7. I responsabili sono tenuti di organizzare l'assistenza sacerdotale alla comunità e di cooperare costantemente con il cappellano.
8. I candidati alla funzione di Responsabili Generali sono nominati o approvati dall'Amministrazione Centrale "Betel", dietro l'accordo con il Consiglio della data Comunità.
9. In casi particolari, i Responsabili possono essere revocati dall'Amministrazione Centrale "Betel".
10. La durata del mandato dei Responsabili è coerente con i singoli regolamenti delle comunità, dei gruppi e delle organizzazioni.
V Tipi di comunità
1. "Betel" è diviso in:
a) la Federazione delle Comunità della Vita,
b) la Federazione delle Comunità di Incontro,
c) la Federazione delle Comunità di Sostegno.
2. Le comunità permanenti, diversamente dalle comunità della vita, sono delle case per le persone povere e deboli nonché per le persone che desiderano accompagnarle.
3. I membri delle comunità della vita abitano insieme in maniera permanente, servendosi reciprocamente e offrendosi sia i propri doni che le debolezze.
4. I membri delle comunità permanenti sono queste persone che accettano la vita in comunità con tutte le conseguenze.
5. Le comunità della vita sono divise in:
a) Case per Persone Handicappate (cosiddette case principali)
b) Case Famiglia per Persone Handicappate
c) Case Protette per Persone Handicappate.
6. Le comunità d'Incontro raccolgono le persone deboli e povere, le loro famiglie e gli amici. L'attività integrativa è svolta sistematicamente nell'ambito del calendario annuo approvato.
7. Le comunità d'Incontro sono divise in:
a) Comunità di Persone Handicappate, le loro Famiglie e gli Amici,
b) Comunità Integrative,
c) Comunità di Persone anziane.
1. Le comunità di sostegno lavorano a beneficio dell'ambiente di persone deboli e povere, e soprattutto per le cosiddette comunità della vita e le comunità di incontro.
2. Esempi di comunità di sostegno:
a) comunità di volontariato,
b) associazioni e soggetti economici,
c) asili integrativi,
d) case di esercizi spirituali e di villeggiatura,
e) sezioni mediali,
f) doposcuola e workshop,
g) organizzazioni per i minori delle famiglie più povere.
VI Principi di funzionamento
1. I congressi generali del movimento "Betel" avvengono almeno una volta ogni quattro anni.
2. Il "Betel" è dotato della propria carta, dello statuto e di regolamenti separati approvati alla maggioranza semplice dal Consiglio "Betel".
3. Ogni comunità ha il proprio regolamento separato (la carta, lo statuto) approvato dall'Amministrazione Centrale "Betel".
4. L'Amministrazione Centrale "Betel":
a) prende l'iniziativa e approva tutte le comunità, gruppi e organizzazioni "Betel",
b) coordina le attività di tutte le comunità, gruppi e organizzazioni,
c) sorveglia il corretto sviluppo "Betel",
d) nomina e approva alla maggioranza semplice i Responsabili Generali delle singole comunità, gruppi e organizzazioni,
e) decide le controversie interne delle comunità, gruppi e organizzazioni.
5. L'Amministrazione Centrale "Betel" è composta di 3 a 5 membri eletti tra i Coordinatori per il mandato di quattro anni.
6. Il Responsabile Generale (il Presidente) è eletto alla maggioranza semplice tra i membri dell'Amministrazione Centrale "Betel" per via di scrutinio segreto per il mandato di quattro anni.
7. Le decisioni dell'Amministrazione Centrale "Betel" sono prese alla maggioranza semplice. Nel caso di parità delle voci, la decisione finale spetta al Responsabile Generale "Betel".
8. L'Amministrazione Centrale "Betel" si riunisce almeno due volte all'anno.
9. L'Amministrazione Centrale "Betel" presenta alle autorità della chiesa la candidatura del Cappellano Generale del Movimento.
VII Consiglio "Betel"
1. Il consiglio "Betel" è un organo determinante il carattere del Movimento, le direzioni d'attività e le prospettive di sviluppo. Il potere esecutivo è compiuto dall'Amministrazione Centrale "Betel".
2. Il Consiglio "Betel" è composto di:
a) Amministrazione Centrale,
b) Coordinatori Generali,
c) Cappellano Generale del Movimento.
3. I membri del Consiglio "Betel" si riuniscono almeno una volta all'anno.
4. Le decisioni del Consiglio "Betel" sono prese alla maggioranza semplice.
VIII Dimensione spirituale
1. L'intero movimento "Betel" ha il carattere comunitario, ispirato dal messaggio del Vangelo.
2. Nello svolgere delle sue attività si basa sull'insegnamento della Chiesa cattolica.
3. Non rigetta persone di altre confessioni né gli atei. Desidera evolvere nello spirito dell'ecumenismo.
4. Al centro d'ogni gruppo c'è la persona povera e debole, avente bisogno di aiuto, nella quale appare e abita Gesù Cristo stesso.
5. I membri "Betel" si sentono specialmente convocati a testimoniare Cristo presente nell'altrui.
6. Le comunità permanenti assumono la forma di vita simile a quella di una congregazione i cui membri vivono nella società e dividono le fatiche quotidiane con le persone feriti, accentuando con la loro presenza la dimensione cordiale. Rinunciano alla vita privata per potere dedicarsi pienamente al servizio al Cristo nascosto nella persona povera e debole. In una congregazione di vita, oltre alla preghiera, c'è bisogno di mani e di sudore, di forza e di spirito di sacrificio totale comprendente tutto quello che si possiede.
7. Le comunità di incontro creano profondi legami interpersonali, fanno presente l'importanza del ruolo di persone povere e deboli nella Chiesa e nella società, svegliano la speranza di vivere serenamente il mistero della Croce.
8. L'esempio da seguire per tutti i partecipanti dei singoli gruppi di sostegno è San Giuseppe il Protettore di Nazareth.
9. La patrona del Movimento è la Madonna di Częstochowa.
IX Presenza del sacerdote nelle comunità
1. La presenza del sacerdote nelle singole comunità è necessaria per:
a) piena crescita di singole persone,
b) piena crescita di tutta la comunità, tutti i gruppi, tutte le organizzazioni,
c) scoperta di vocazioni di singoli membri delle comunità, dei gruppi, delle organizzazioni,
d) scoperta generale di vocazioni delle comunità, dei gruppi, delle organizzazioni.
2. Il sacerdote come rappresentante di Gesù Cristo, mandato dal vescovo, adempie il servizio pastorale nella comunità tramite:
a) la proclamazione della parola,
b) l'amministrazione di sacramenti,
c) la cooperazione all'organizzazione di incontri,
d) le visite da membri delle comunità,
e) la partecipazione alle attività intraprese dalle comunità.
3. Il sacerdote è compagno nella via spirituale di tutte le persone ferite, delle loro famiglie e degli amici.
4. Il sacerdote aiuta a scoprire il Cristo, specialmente nelle persone povere e nell'Eucaristia.
5. Il sacerdote include le singole persone (rispettivamente al livello di coscienza) nella vita liturgica della Chiesa.
6. Il sacerdote sorveglia perché la comunità sia una vera Chiesa.
Annotazioni
1. I termini "povero" e "debole" in maniera completare precisano l'ambito di persone le quali "Betel" desidera servire; vedere anche III p.3